Calendario storico 2024

Calendario 2024

Anche quest’anno abbiamo scelto di accompagnarvi con gli acquerelli di Francesca Di Vincenzo che ci racconteranno dodici angoli suggestivi della nostra città.

In copertina la preziosissima fibula d’oro del VI sec. a.C. esposta ora nella Sala Peuceta del Museo Archeologico di Santa Scolastica a Bari. I simboli presenti rappresentano ancestralmente la positività: la svastica è un fortunato simbolo solare, presente anche nella tradizione cristiana (Dio con i quattro arcangeli maggiori e Cristo con i quattro evangelisti), mentre il serpente ha come contro-significato non il peccato bensì la sapienza, si pensi al caduceo di Mercurio, simbolo dei farmacisti.

GENNAIO

Santa Maria della Pace – Bassorilievo a parete posteriore al Battistero

Nella chiesa matrice di Santa Maria della Pace, in una delle due aperture ad arco, che introducono in due cappelle comunicanti, è presente il ciborio (piccola edicola) in pietra leccese, con bassorilievo raffigurante il Giovanni Battista, accompagnato da puttini.

FEBBRAIO

Giovanni Carafa duca di Noja

Il feudo di Noja, fu ceduto da Bona Sforza d’Aragona al suo scudiero, il conte di Capurso, Gianlorenzo Pappacoda, e a sua volta donato alla figlia, Isabella Pappacoda per il suo matrimonio con Pompeo Carafa nel 1592. Lo stesso feudo, trasformato in ducato dal re di Spagna Filippo Il (1554-1598), passò nelle mani della famiglia Carafa del ramo della Stadera che lo terrà fino alla abolizione della feudalità (1806). Dalla coppia nacque Giovanni, che dapprima intraprese studi classici con un precettore, e in seguito approfondì le materie scientifiche, soprattutto la matematica tanto che, verso il 1738, fu nominato lettore d’ottica e matematica nell’Università di Napoli, città in cui si traferì. Costituì il reggimento Terra di Bari, che comandò col grado di colonnello e col quale partecipò alla cosiddetta “Guerra di Velletri” tra Austriaci e Ispano-napoletani (giugno-settembre 1744). A Napoli creò una pinacoteca di reperti archeologici e numismatici preziosi riguardanti l’Italia meridionale. Di rilevante importanza fu la realizzazione di una dettagliata carta topografica della città di Napoli e dintorni, redatta nel 1775.

MARZO

Chiesa della Madonna della Lama – La Naca

Durante potenti riti della Settimana Santa: la processione dei Crociferi. A Noicattaro molto sentita è la Settimana Santa con la suggestiva processione dei Crociferi. Al calare del buio del Venerdì Santo, dopo la celebrazione liturgica della Commemorazione della Passione, viene portata in processione la cosiddetta “Naca”, che sta ad indicare la culla che richiama la forma di una bara, accostata all’immagine delle antiche culle in legno che dondolavano nelle case contadine. Così, il sarcofago del Cristo, dondola in silenzio, accompagnato dal rumore delle catene degli ottantacinque Crociferi penitenti, dai canti e dalle preghiere del popolo di Dio, che lo scorta nel lento corteo fino alla Chiesa Madre, dove giunge poco prima della mezzanotte

APRILE

Chiesa Santa Maria della Pace – Bassorilievo del guerriero

La chiesa matrice di Santa Maria della Pace prese il nome dalla pacificazione tra pagani e cristiani, avvenuta intorno all’800 d.C. e da un sanguinoso scontro tra Normanni e Saraceni, nel XII secolo. Sorta verso il 1100 d.C., la prima struttura in stile tardoromanico iniziò ad essere rimaneggiata sotto gli Svevi. Tra il XVI e il XX secolo la struttura subì delle consistenti trasformazioni esterne ed interne. In seguito, venne demolito l’altare basilicale sito in fondo alla navata centrale, per far posto ad un ampio presbiterio e tre cappelle nella navata sinistra, di cui due comunicanti: una di queste fu edificata nel 1581, e dedicata a due soldati ignoti, morti nella battaglia di Lepanto (1571), le cui effigi in bassorilievo sono scolpiti alla base dei pilastri a scanalature regolari e motivi “a scaglie”, che ornano l’accesso accompagnati dall’arco a rosette.

MAGGIO

Madonna delle Grazie

Si narra che, in Via delle Grazie, dove oggi è situata l’edicola votiva dedicata alla Vergine che allatta Il Bambino, anticamente fosse presente una cappella. Protettrice dei “nocellai” (gente che conduce una vita semplice con un’economia legata alla terra). Ogni 2 luglio gli abitanti del rione organizzano una festa in onore della Madonna

GIUGNO

Santa Maria della Pace – Grifoni, particolari delle sedute in legno sull’altare maggiore

Nella chiesa di Santa Maria della Pace è presente un coro ligneo in massello di noce, risalente al 1544 e restaurato nel 1995. Esso conserva, sullo stallo arcipretale, il rilievo della Madonna della Pace e, sulle altre sedute, le raffigurazioni dei dodici Apostoli e altri Santi, sorretti da maestosi grifoni alati, simbolo di forza e saggezza

LUGLIO

Chiesa del Carmine – Statua di Vergine con Bambino

Il culto della Madonna del Carmine è strettamente collegato alla presenza dei frati del Carmine, giunti a Noja verso la fine del Cinquecento, per volere della duchessa Isabella Pappacoda, moglie del duca Pompeo Carafa, molto devota alla Madonna del Carmelo, che assicurava la protezione dai pericoli e la liberazione dalle pene del Purgatorio, in punto di morte. Come da tradizione secolare, a Noicattaro si celebra la santa patrona il 16 luglio, per tre giorni consecutivi, con una serie di processioni per le vie cittadine.

AGOSTO

Uva di Noicattaro

La vite era probabilmente presente in Puglia prima dei tempi della colonizzazione greca, già nel VIII secolo a.C., sebbene alcune varietà siano state importate proprio dai Greci (Negro Amaro e l’Uva di Troia); greco è anche il sistema di coltivazione della vite ad “alberello”, il metodo più diffuso in Puglia. La viticoltura e la produzione di vino in Puglia subirono un periodo di crisi, dopo la caduta dell’Impero Romano, e fu solo grazie ai monaci che le due attività continuarono a prosperare su questo territorio. Compreso il potenziale di tali pratiche agricole, Federico II fece piantare migliaia di viti nella zona di Castel del Monte, importando nuove piante dalla Campania. Durante il Rinascimento i vini della Puglia cominciarono a diffondersi nelle altre zone d’Italia e in Francia. Quando la fillossera (parassita infestante) fece la sua comparsa, a metà del 1800, nei vigneti del nord Italia e in Europa, le enormi produzioni di vino pugliese coprirono il fabbisogno comunitario, fino in Francia: da qui gli imprenditori scesero per produrre vino da esportare in Francia, Germania e Austria. Ma alla fine il flagello arrivò anche qui, segnando il crollo di quella che sembrava un fiorente mercato. Bisognerà aspettare gli anni ’90 per assistere alla ripresa del settore enologico pugliese. Ad oggi, a livello nazionale ed internazionale, Noicattaro è una delle maggiori produttrici in Italia di uva da tavola destinata all’esportazione.

SETTEMBRE

Chiesa Santa Maria del Carmine – San Pietro e San Donato

Tutta la zona intorno alla chiesa era aperta e comprendeva solo due piccole cappelle (datate approssimativamente dal 1200 al 1300) dedicate a San Sebastiano e San Rocco: la cappella di San Sebastiano (l’attuale sagrestia) ospita due piccole absidi laterali con due affreschi cinquecenteschi di San Donato e San Pietro. La costruzione della chiesa fu avviata nel 1415 e completata molti anni dopo con il definitivo inglobamento delle antiche cappelle di San Rocco e San Sebastiano, trasformate in sagrestie. Nel 1583 i marchesi Pappacoda, che già avevano favorito la venuta dei Carmelitani a Noja, fecero costruire anche il convento annesso. Fu ristrutturata e consacrata il 9 luglio del 1758 dal vescovo di Polignano, Andrea Vinditti.

OTTOBRE

Cortile interno Chiesa del Carmine – Chiostro

Dalla metà del 1600, data la crescente devozione verso la Vergine del Carmelo, a ridosso alla Chiesa del Carmine, iniziarono i lavori per la costruzione del convento (attuale Palazzo della Cultura) con annesso il chiostro.

NOVEMBRE

Ufficio di Nicola Pende – Palazzo della Cultura

Al Palazzo della Cultura, che ha sede nello storico ex Convento dei Carmelitani, è possibile visitare una riproduzione dello studio originale di Nicola Pende, scienziato, clinico e medico che mise a punto gli studi sull’endocrinologia moderna.

DICEMBRE

li ori di Noicattaro – Fibula d’oro

Una delle svastiche d’oro dei gioielli rinvenuti nelle tombe del VI sec. d.C. nei dintorni di Noicattaro, oggi conservati tra le centinaia di reperti del Museo di Santa Scolastica di Bari. Il termine “svastica” deriva dal sanscrito, antica lingua indiana, e significa “essere fortunato”. Il simbolo, con i rebbi rivolti in senso sia orario che antiorario, compare in numerose civiltà, e rappresenta un sole stilizzato, l’universo in espansione, la vita che pulsa.